In Brianza un’alleanza per tutelare i giovani lavoratori stranieri
Prima di entrare in cantiere, una formazione per riconoscere i rischi e rivendicare i diritti

Consegna attestati di partecipazione, da sinistra: Andrea Sala e Gabriele Longoni della Fillea Cgil Brianza; Luca Mandreoli, responsabile Area Migranti Cgil Monza Brianza; Elisa Usuelli, coordinatrice comunità Giromondo; Ambra Chiarotto, coordinatrice Area Migranti Offertasociale.
Negli ultimi anni nei cantieri della Brianza si registra una presenza crescente di giovanissimi lavoratori stranieri, spesso privi di informazioni essenziali sui propri diritti e le proprie tutele e, a volte, anche con scarse informazioni relativamente al rischio infortuni in un settore che, si sa, continua purtroppo a registrare una delle incidenze più alte di infortuni sul lavoro.
La scarsa conoscenza della lingua italiana, l’assenza di informazioni sugli istituti contrattuali e la poca — talvolta nulla — formazione sui rischi specifici dell’edilizia espongono questi giovani lavoratori stranieri a un rischio molto elevato di infortuni e, allo stesso tempo, a non vedersi riconosciuti pienamente diritti e retribuzioni.
Nelle province Milano, Monza, Lodi – dati luglio 2025 cassa edile, unica per i tre territori – sono registrati 54.852 lavoratori di cui 38.422 stranieri, ossia oltre il 70 per cento, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti.
Dall’analisi di questa condizione nasce un progetto di collaborazione tra l’Ufficio Migranti e Politiche Sociali della Camera del Lavoro di Monza e Brianza, la Fillea Cgil di Monza Brianza, l’Azienda speciale consortile Offerta sociale e Comunità Giromondo di Cavenago: un percorso di formazione destinato a minori stranieri non accompagnati e attualmente ospitati nella comunità di Cavenago.
“L’obiettivo è quello di intercettare i ragazzi prima che entrino nel mondo del lavoro, fornendo loro strumenti concreti per riconoscere un impiego sicuro, leggere un contratto, comprendere diritti e doveri, conoscere cosa prevede la legge in materia di salute e sicurezza. Una necessità emersa chiaramente nei cantieri brianzoli, dove i funzionari della Fillea Cgil incontrano spesso giovanissimi arrivati da poco in Italia e già esposti a contratti irregolari, lavori pericolosi o vere e proprie forme di sfruttamento”, spiega Luca Mandreoli, coordinatore Area Migranti e Politiche Sociali della Cgil di Monza e Brianza.
Durante gli incontri, svolti in italiano semplificato e con il supporto di mediatori linguistici, si sono affrontati temi fondamentali per chi da lì a poco entrerà in un cantiere come manovale: intanto, che cos’è un cantiere e quali rischi comporta, l’importanza dei dispositivi di protezione individuale, ma anche cosa prevede un contratto e quali diritti non sono negoziabili, come si legge una busta paga e cosa fare in caso di infortunio. “Abbiamo illustrato i servizi della Camera del Lavoro di Monza e spiegato loro che cosa fa un sindacato. La nostra speranza è che, in caso di bisogno, sappiano come rivolgersi a noi per chiarimenti su contratti, buste paga e tutele”, aggiunge Mandreoli.
Oltre alla teoria, la pratica: i giovani hanno potuto conoscere da vicino i dispositivi di protezione individuale indossando i caschetti, le imbragature da ponteggio e i guanti e le scarpe antinfortunistiche.
“Il nostro intervento si è concentrato sull’evidenziare l’importanza e l’efficacia dei mezzi di protezione individuale. Caschetti, imbragature guanti e scarpe antinfortunistiche, in un lavoro che spesso si svolge all’aperto e in tutte le condizioni atmosferiche, sono spesso visti come scomodi o fastidiosi impedimenti che ben poco possono proteggere da un infortunio. Ma così non è!”, afferma Gabriele Longoni, funzionario Fillea Cgil Brianza, che aggiunge: “Il nostro obiettivo in questo senso è stato proprio quello di farli indossare, fare esperienza di un colpo con il caschetto di protezione indossato o di uno strattone con l’imbragatura, per comprendere il potere di questi strumenti e la loro capacità di salvare vite”.
Il settore delle costruzioni è quello più colpito da infortuni mortali, come spiega ancora Longoni: “Considerando il decennio 2013-2022 e il fenomeno delle cadute dall’alto, nel settore si sono verificati 628 decessi in Lombardia. E le cadute dall’alto hanno rappresentato da sole quasi il 58,3% degli eventi mortali”.
“Dal 2016, come Offertasociale siamo presenti con i progetti SAI, Sistema di Accoglienza e Integrazione, dedicati a minori stranieri non accompagnati e stranieri titolari di forme di protezione. In particolare, il progetto SAI minori vede la presenza di una comunità sperimentale di 10 posti, a cui si è aggiunto nel 2021 un appartamento di semi autonomia di altri 4 dedicato a neomaggiorenni, entrambi situati nel comune di Cavenago di Brianza”, spiega Ambra Chiarotto, coordinatrice Area Migranti di Offertasociale, che aggiunge: “Dal 2018 ad oggi sono stati accolti 75 minori e neomaggiorenni provenienti principalmente da paesi del Nordafrica e dell’Africa subsahariana. La collaborazione con il sindacato, che ha portato ai risultati presentati oggi, rispecchia perfettamente il significato dei progetti SAI, che non si risolvono solo in interventi di accoglienza ma anche in percorsi che integrano il welfare locale, in un’ottica di prevenzione di distorsioni possibili dei diritti delle persone e dei lavoratori”.
“Per noi – continua Chiarotto – è importante formare sui doveri e sui diritti, soprattutto nell’ambito del lavoro, e dare a questi ragazzi una vera alternativa a reti di sfruttamento presenti in ogni settore e in ogni realtà: sono strumenti di tutela e di protezione del minore straniero non accompagnato che va indirizzato verso un inserimento lavorativo nella legalità”.
“Ma questi progetti – conclude Chiarotto – sono molto importanti anche per garantire i diritti di tutti i lavoratori, stranieri e italiani, prevenendo quel dumping salariale e di regole che porta a sfruttamento, abusi, irregolarità e impoverimento”.
Chiara Paganelli, educatrice della comunità per minorenni migranti soli Giromondo de La Grande Casa, racconta che “le modalità interattive con cui il corso è stato pensato, con attività e giochi che hanno saputo catturare l’interesse dei ragazzi, ha permesso loro di capire meglio i contenuti dando la chiara idea di aver trovato un posto in cui ricevere informazioni e aiuto in caso di dubbi o domande”.
Lunedì 15 dicembre 2025 in Camera del Lavoro a Monza sono stati consegnati gli attestati di partecipazione destinati ai ragazzi che hanno frequentato il corso.



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