Cgil Cisl e Uil, un presidio unitario per “cambiare il modello sanitario regionale”

da | Lug 13, 2020 | Cgil Monza e Brianza, Fp

Mercoledì mattina davanti all’ospedale San Gerardo

Stabilizzare i somministrati e aumentare gli organici, utilizzare tutte le risorse europee disponibili, avviare il confronto per l’utilizzo delle risorse nazionali, cambiare il modello della sanità in Lombardia. Sono chiare le richieste di Cgil Cisl e Uil di Monza e Brianza che, unitariamente, porteranno le proposte e la protesta direttamente davanti all’ospedale San Gerardo.

L’appuntamento è per la mattina di mercoledì 15 luglio, a partire dalle 9.

Una nuova tappa dell’ampia mobilitazione proposta dai sindacati per promuovere, anche in Brianza, una profonda riflessione sulla sanità lombarda.

La Lombardia è stata travolta dalla diffusione del virus – si legge nel documento di Cgil Cisl e Uil –. Si è combattuto disperatamente con le terapie intensive, mentre dovevano essere attivati strumenti preventivi di igiene e sanità pubblica”.

Secondo i sindacati brianzoli, questo è il risultato di vent’anni di politica sanitaria regionale “che ha centralizzato i servizi negli ospedali, favorito la sanità privata e destrutturato le prestazioni territoriali pubbliche”.

Questi mesi estivi – avvertono Cgil Cisl e Uil di Monza e Brianza – dovrebbero essere utilizzati da Regione Lombardia e dal Governo per correggere gli errori e predisporre strumenti adeguati ad affrontare una eventuale nuova ondata epidemica autunnale”.

Secondo le organizzazioni sindacali bisogna attivare subito “almeno un nucleo di assistenza territoriale per ogni ambito”.

Pensiamo a presidi con la presenza di medici di continuità assistenziale, infermieri, assistenti sanitari e altre figure professionali di supporto che siano in grado di garantire un triage territoriale, di effettuare alcuni primi esami diagnostici e fornire assistenza domiciliare, a sostegno e in coordinamento con i medici di medicina generale e gli specialisti ospedalieri”, spiegano.

Le organizzazioni sindacali, insomma, tornano a insistere sull’importanza di strumenti di sanità territoriale per l’attuazione di politiche di prevenzione sanitaria.