Diritti Insieme, bilancio positivo per la Scuola di italiano per stranieri

da | Giu 4, 2021 | Cgil Monza e Brianza, Migranti

Un anno di didattica a distanza a causa della pandemia: sfida vinta grazie ai volontari

Una foto dall’archivio della Scuola di italiano per stranieri dell’Associazione Diritti Insieme

La scuola di Italiano a distanza, che abbiamo sperimentato quest’anno a causa della pandemia, è stata una sfida vinta”, è una dichiarazione, quella di Aldo Biffi, presidente dell’Associazione Diritti Insieme, che ha del liberatorio e, insieme, proietta la Scuola di italiano per stranieri nel futuro post Covid. È stato un anno scolastico particolarmente intenso, condizionato dall’emergenza sanitaria ancora in corso, e per questo motivo l’ultima lezione a cura di Bruno Ravasio, ex segretario della Camera del Lavoro di Monza e della Brianza e oggi instancabile volontario dell’associazione, ha assunto un valore ancora più grande.

La riuscita della Scuola è il frutto della caparbietà dei nostri insegnanti, capaci di mettersi in gioco in qualcosa di nuovo, nello sperimentare nuovi metodi per relazionarsi con chi vuole approfondire la conoscenza della lingua italiana – spiega Biffi –. Il non essersi fermati di fronte alle avversità della pandemia ci induce a guardare con ottimismo alle attività che siamo in procinto di realizzare per il prossimo futuro e ci stimola a migliorarci ancor di più per offrire i nostri servizi a chi ha voglia di apprendere. Nella consapevolezza – aggiunge il presidente di Diritti Insieme – che anche i nostri corsi fanno parte di quel percorso che avvicina le persone, che permette una migliore e reciproca conoscenza, che permette un’interazione culturale, che favorisce una corretta integrazione”.

Matteo Casiraghi, segretario Cgil di Monza e Brianza

L’anno precedente, hanno ricordato gli organizzatori, i corsi di lingua italiana promossi dall’associazione presso i locali della Cgil di Monza, furono bruscamente interrotti dalla drammatica comparsa del Covid 19. “Dopo otto anni di corsi portati a termine, con la partecipazione di oltre 600 allieve e allievi provenienti da ogni parte del mondo (più di 50 nazioni, n.d.r.), i corsi dovettero essere sospesi e in quel primo periodo di lockdown, con tutte le sue vittime, fummo purtroppo costretti a pensare a ben altro”, ricorda Bruno Ravasio.

Dopo una breve tregua estiva, il virus ha ripreso con virulenza impedendo le normali attività in presenza. “A quel punto – ricorda, ancora, Ravasio –, è nata l’idea dei corsi a distanza”.

Non senza qualche titubanza”, ammette: ci sarebbero stati sufficienti iscritti? Gli insegnanti sarebbero stati in grado di utilizzare le tecnologie a disposizione della scuola a distanza (data la loro scarsa propensione digitale)? E ancora: sarebbero riusciti i corsi on line a ricreare la stessa empatia dei corsi in presenza?

Abbiamo deciso di buttarci – racconta Ravasio –. La scuola è partita e non si è più fermata: cinquantaquattro lezioni fino a fine maggio. Ma la cosa più bella è che nella scuola a distanza si è ricreata la stessa ‘atmosfera’ della scuola in presenza, la stessa voglia di apprendere, lo stesso piacere di insegnare, lo stesso clima di solidarietà interno alla classe, foriero di intensi rapporti di amicizia”.

Di scommessa vinta parla anche Matteo Casiraghi, segretario Cgil Monza e Brianza: “Che bella giornata! – ha esordito il segretario a margine dell’ultima lezione – Grazie a Bruno, Roberto e a tutti voi che avete reso possibile, nonostante il distanziamento, la straordinaria esperienza della Scuola di Italiano. Più di un secolo fa i brianzoli emigravano per migliorare la loro vita. Anche oggi molti giovani italiani sono costretti a emigrare per le stesse ragioni – è la riflessione di Casiraghi –. Siamo orgogliosi di esservi stati utili per poter meglio essere preparati a una nuova vita, a partire dal lavoro”.

La Cgil di Monza e Brianza, proprio nella giornata di oggi, sarà in Questura a Monza per incontrare i dirigenti dell’Ufficio Immigrazione per cercare di risolvere i tanti problemi amministrativi che allungano i tempi di attesa e complicano il percorso della regolarizzazione per migliaia di lavoratrici e lavoratori del territorio.

Diritti Insieme